Ianva : La Ballata dell'Ardito

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1. LA BALLATA DELL'ARDITO

Dividendo l'acquavite ed il mio trinciato forte
Sopra l'altipiano all'alba,
Io e un tenente prigioniero sprofondammo nel silenzio
Di quell'invernale calma.
L'aria tersa delle vette non recava quel fetore
Ch'era a entrambi familiare,
D'un'Europa di vent'anni presa nel filo spinato,
A marcir come il letame...

Ma se vi ho guidato è perché ero disperato,
Non intrepida irruenza, ma solo indifferenza.
E se mai fui Ardito, fu solo perché ferito
Ero da tempo e attendevo il momento
Dell'estremo congedo, del definitivo Credo
Di chi mai sentì giusto null'altro che il disgusto...

La battaglia del Solstizio s'annunciò con un tremendo
Rombo lungo tutto il fronte
Un buon giorno per morire, proprio quello che più a lungo
La sua luce al mondo infonde.
Li portai fuori cantando versi amari di condanna
Imparati in angiporto,
Confidando che la sorte raccogliendoci a manciate
Almeno raddrizzasse un torto.

Ma se fummo chiamati eroi ed encomiati
La trattativa il sangue scherniva,
E per tutti coloro che divennero concime
Un regio dispaccio di cordoglio vile.
Così presi licenza di sfidare la potenza
Non più di avversari che sanguinavano al pari,
Ma della mano che ordisce, in sicurezza e con decoro,
E strangola i popoli con catene d'oro.
Adesso ad un solo Superiore eternamente
Vado cercando udienza:
"Maggiore Renzi, presente!"


2. UN SOGNO D'ELETTRA

Densa è la notte nell'alcova
Dai fumi d'incenso un sogno avanza –
Miraggio di te.
Contro la tua immagine è impotente la stanchezza,
Inutile del laudano è la solita carezza –
Dimmi perché
Tu sai di sangue e piombo, penetri il mio mondo
Come quella pura lama dell'Arcangelo Michele
Ma dietro te un dio più antico chiama....

Con la tua uniforme, mio Soldato
Mi sembri un Re, d'oro e fuoco adornato
Non è solo per lei che t'ho notato –
E' l'Uomo che mi fa cadere...

Oh, perdonate l'ardire, Signora
Ma non resistevo oltre.
So che per voi potrei forse morire
Certo, ma meglio che al fronte!
Oh, schiudetemi l'antro dell'oppio
L'ambrosia che accelera il cuore,
Ché tra due giorni tornerò in quell'inferno,
O mi diranno “Disertore!”

Tocca la Follia ora, è generosa
Per stanotte non occorre domandare.
E' una sinfonia nera, ma preziosa,
Vedrai che anche l'Abisso può curare...
Mais vous êtes si loin, vous êtes si loin...

Oh, conquistami bell'Ufficiale
Stanotte è la nostra occasione,
Avrai qualcosa da ricordare
Là, tra i colpi di cannone!
Oh, tienimi stretta Maggiore,
Prendimi ancora più forte!
Non è nulla ma certamente
Io so di abbracciare la Morte...

Si loin, si loin, mais vous êtes si loin...


3. AMSTERDAM

(No lyrics avalaible, J. Brel cover)

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